su concessione del Prof. Giuseppe Troiano
Cari amici, prima di iniziare questo nuovo post sulla storia della nostra città di Cassino, che ha subito durante la guerra un tremendo martirio, lasciatemi che vi faccia alcune considerazioni. Mi ha fatto molto piacere di leggere i vostri commenti, attraverso i quali ho capito quanto interesse ci sia in tutti voi di conoscere vicende che non avete vissuto direttamente ma che hanno vissuto i vostri genitori o nonni e molti di questi hanno perduto nel martirio di Cassino anche figli o fratelli o sorelle o genitori. Ho percepito in certi commenti il dolore che ancora oggi sentite per queste tragedie. Nel 2016 ho scritto un libro, “Antologia dei sopravvissuti, 1943-1045. Storie vere dell’inferno di Cassino e della linea Gustav.” E’ un volume di 656 pag., con circa 300 foto, che scrissi con il cuore poiché anch’io sono un sopravvissuto essendo nato nel 1937 e avendo vissuto con la mia famiglia a Cassino e a Vallerotonda le vicende drammatiche della guerra fino alla fine del 1943 e poi a Viterbo, dove abitava la sorella di mia madre. Anche io ho scritto le mie memorie che misi in parte nel libro insieme a tante altre storie e memorie (moltissime) affinché le nuove generazioni conoscessero veramente che cosa è stato il martirio di Cassino e della linea Gustav per la popolazione del cassinate e i sacrifici, i dolori, le sofferenze, la fame, i morti che ogni famiglia coinvolta si è portata dietro. Questo libro, che fu pubblicato con il contributo dell’amministrazione comunale e il Patrocinio della Presidenza Regionale (era sindaco l’Avv. Giuseppe Golini Petrarcone, persona molto sensibile su questo tema), fu distribuito gratuitamente alla popolazione in ragione di 600 copie dopo una bellissima manifestazione al Teatro Manzoni organizzata dal Centro Anne Frank-Cassino insieme con l’Associazione Nazionale mutilati e invalidi civili, sezione di Cassino e Frosinone. Ne rimasero 400 copie da utilizzare in altre occasioni, affinché fossero distribuite alla popolazione. Queste copie si trovano depositate all’Historiale e stanno marcendo lì, perché nessuno si preoccupa della battaglia di Cassino come storia anche del martirio sofferto dalla popolazione cassinate, ma solo come fatto militare (scontro tra eserciti e basta). Per scrivere il libro non percepii alcun compenso di nessun tipo, poiché io non ebbi alcuna intenzione diversa da quella di fare diffondere una memoria che non andrebbe mai dimenticata e che andrebbe ricordata anche con un monumento degno di questo nome. Ma qui a Cassino i monumenti si fanno all’orso polacco, al generale polacco e mai ai 2300 civili morti orrendamente nell’inferno della guerra. Anche quest’ anno l’ottantesimo anniversario del martirio di Cassino sta terminando con fanfare e rievocazioni militari. Io non ho nulla contro queste manifestazioni, ma il termine martirio si riferisce alla città e alla popolazione e di questo nessuno parla tranne l’autore di questo post, che è anche l’autore di un libro sulla “Vecchia Cassino, dal 442 a.c. al 1943”, che questa volta, ammaestrato dalla precedente esperienza, collocò direttamente presso le Scuole e la popolazione al costo di 5 euro (è un volume di 360 pagine con 250 foto esplicative della narrazione). Andò tutto esaurito. Mi era stato garantito che sarei stato convocato nella Commissione per l’organizzazione dell’80 anniversario della distruzione di Cassino, ma sono state promesse da marinaio. A Cassino è così, prevale sempre una mentalità esclusiva più che inclusiva. In politica, purtroppo, c’è sempre qualcuno che crede di perdere il suo potere se ascolta il parere di altri. Io dirigo questa pagina da una decina d’anni e la uso per fare anche la diffusione della memoria di questa città e della sua gente, e ci metto del mio. In dieci anni non ho mai ricevuto un contributo per l’organizzazione delle varie manifestazioni fatte dal Centro Anne Frank. Per aver il supporto comunale di microfoni e altoparlanti ho dovuto sudare le proverbiali 7 camice. Il motivo? E che io non sono mai stato candidato alle elezioni, sono stato sempre una persona indipendente, per conservare la mia integrità morale e culturale. In Italia questa è una colpa. Mi fa piacere che voi non la pensiate allo stesso modo e siate interessati a conoscere la storia a 365 gradi. Anche io ho delle idee politiche come tutti i cittadini, ma non ho mai pensato che la politica debba dividere le persone. La cultura è fatta per avvicinare gli esseri umani, non per allontanarli. Per ora vi metto una foto di Viale Dante percorsa dalle carrozzelle che portavano dal centro alla Stazione e viceversa. Queste carrozzelle erano l’attrazione di tutti i bambini, compreso l’autore, che abitava a Via Pascoli, una traversa dI Viale Dante e a trenta metri da questa arteria. I cavalli erano infiocchettati e bardati di tanti colori e il vetturino faceva schiocchiare la frusta per far piacere ai bimbi. Le madri stavano sempre in apprensione quando passavano le carrozzelle, sapendo che i loro bambini si sarebbero precipitati ad ammirare i cavalli e temendo che potessero avvicinarsi troppo e causare un incidente. Questa foto mi ricorda la mia infanzia felice prima che scoppiasse l’inferno a Cassino e ad essa sono particolamente legato.