HISTORIALE DI CASSINO

LA COLONNA SONORA

Elemento portante e vera novità dell’Historiale di Cassino è l’inserimento della colonna sonora – curata dalla musicista Rosella Clementi – che accompagna il visitatore dalla prima all’ultima sala, e che comprende brani musicali d’autore, composizioni originali inedite, repertorio vocale ed effetti sonori, modulati sulla base del filo narrativo e dei temi sviluppati.

Un crescendo di armonie giocate sul filo dell’emozione, un percorso che va dai temi di guerra a quelli della rinascita, nell’intento di “immergere” completamente il visitatore nell’atmosfera dell’allestimento.

I BRANI MUSICALI
Un frammento del primo movimento della Sinfonia n. 3 di Gorecky dà l’avvio al percorso nell’Historiale. Una scelta ispirata dalla forte sacralità del territorio, legato a San Benedetto e all’Abbazia di Montecassino. Un brano devozionale e al tempo stesso lirico sul quale vanno ad inserirsi suoni forti e tempestosi che sottolineano le violenze e le distruzioni subite nel corso dei secoli da questi luoghi.
Gli eventi della Seconda Guerra Mondiale sono annunciati da frammenti del III movimento della Sinfonia n. 7 e del I movimento della Sinfonia n. 5 di Shostakovic, dai toni forti, marziali e al tempo stesso profondamente dolorosi.
L’epicentro della narrazione, rappresentato dal bombardamento dell’Abbazia di Montecassino, è accompagnato dalla potenza del Dies Irae di Verdi a descrivere cori di urla persistenti tra le bombe che cadono, non più umane implorazioni, ma ira di Dio.
Dopo la devastazione, il silenzio: il IV movimento della Sinfonia delle campane di Malipiero echeggia nell’immobilità della desolazione e della distruzione. Emerge il forte senso dello “sradicamento” vissuto dalla popolazione, che non ha più casa né terra.
Gli inni nazionali delle forze militari coinvolte nel Secondo Conflitto Mondiale volteggiano insieme alle bandiere delle “Forze in campo” per illustrare le fredde
strategie militari che interessano la parte centrale dell’allestimento.
E’ una babele di suoni, che rende anche meglio delle parole la varietà delle nazioni coinvolte.
Il I movimento del War Requiem di Britten accompagna il racconto di due graduati
dell’esercito tedesco e americano che spiegano le scelte militari e strategiche operate sul territorio durante la guerra.
La musica del I movimento della Sinfonia delle campane di Malipiero, introduce l’atmosfera struggente, malinconica e in alcuni momenti disperata di coloro che hanno vissuto in prima persona la drammatica esperienza di quella devastazione.
Anche L’emigrazione, pezzo originale di Rosella Clementi appositamente composto, descrive i sentimenti dei sopravvissuti: la speranza di andare via, di abbandonare tutto, di ricominciare una nuova vita, e al tempo stesso l’angoscia di dover abbandonare la propria terra, i propri cari, le proprie case se pur distrutte.
Le note de La ricostruzione, altro brano originale della Clementi, disegna -attraverso i movimenti di alcune giovani danzatrici protagoniste del video finale che conclude il percorso – la continua fatica, l’impegno e i sogni che hanno sostenuto il desiderio della ricostruzione e della rinascita di una nuova Europa, di un mondo nuovo.

REPERTORIO VOCALE ED EFFETTI SONORI
La diffusione ad alto volume delle voci originali dei protagonisti degli eventi raccontati,
cui i brani musicali fanno a volte da contrappunto, a volte da sottofondo, è utilizzata per
calare ancora di più il visitatore nelle vicende raccontate e nelle atmosfere evocate.
L’effetto è quello di un’immersione totale in un altro mondo e in un altro tempo: lo
spettatore diventa lui stesso protagonista, vive un coinvolgimento emozionale molto
intenso, si sente parte della storia.
Alcuni esempi: le voci di Stalin, Mussolini e Hitler, sovrastate da un tappeto di inesorabili marce militari, sono utlizzate per traghettare il visitatore dalla prima alla seconda guerra mondiale le parole del Generale Badoglio che proclama l’armistizio segnano l’interruzione dell’implacabile furore della guerra. Ma a rompere subito la fragilità dell’illusione si irradiano gli incessanti comunicati di Radio Bari, accompagnati da percussioni urgenti e incalzanti che rievocano la realtà di battaglie imminenti lamenti lontani e suoni di trazione, torsione e distorsione, come quelli di una catena che strozza un ulivo vecchissimo, sopravvissuto ai secoli e alle tormente, mai vinto, se non dall’ostinazione dell’uomo che lo estirpa dalla sua terra, evocano lo sradicamento della popolazione alla fine della guerra.

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