Il percorso emozionale dell’Historiale nasce perché non vengano dimenticate le sofferenze delle popolazioni di queste terre martoriate e per testimoniarne la rinascita.
Un percorso che inizia con la storia millenaria del territorio, dove simboli ed immagini descrivono i luoghi da cui si è diffuso lo spirito benedettino che contribuì alla fondazione dell’intera Europa.
Una voce narrante accoglie all’entrata il visitatore e lo conduce nel clima inquietante delle violenze che, dai primi del ‘900, hanno caratterizzato il continente europeo: partendo dalla Prima Guerra Mondiale, passando attraverso il tunnel dei totalitarismi, testimoniati da date, foto ed immagini in movimento, fino ad arrivare allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e della guerra civile europea.
Smarrimento e perdita di identità caratterizzano, invece, l’intera popolazione dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Gli abitanti del territorio del martirologio – una popolazione stretta tra l’incudine del fuoco tedesco e il martello di quello alleato – cercano disperatamente di trovare un equilibrio per garantirsi la sopravvivenza.
Questo clima è raccontato attraverso una galleria fotografica, che unisce immagini militari a istantanee della popolazione civile, mentre in audio sono diffusi gli annunci radiofonici dell’epoca sui fatti di guerra e sull’avanzata delle truppe sul territorio.
Ci si trova, poi, di fronte alla sconvolgente distruzione dell’Abbazia. E’ la fine delle illusioni per la popolazione civile che assiste, impotente, alla violazione di un simbolo ritenuto al di sopra di ogni parte. Un filmato illustra lo sgomento e la cruda realtà della devastazione mentre, nello spazio di fronte, un albero di ulivo, incatenato alle pareti, rappresenta lo sradicamento della popolazione dalla propria terra e la perdita di ogni identità.
Attraverso le foto, che riportano le percentuali di distruzione dei 36 paesi della terra del martirologio, si entra nella sala della devastazione civile e morale: le rovine. Tra i cumuli di macerie, però, in un silenzio quasi irreale, spuntano immagini di “vita”: acqua, fuoco, aria, in contrasto con la dura realtà della “fine di un mondo”.
In uno spazio di passaggio i versi di una celebre poesia di Ungaretti offrono un momento di riflessione per tutti i caduti, prima di passare alla descrizione delle fredde strategie militari.