VALLE DEI SANTI
PIGNATARO — bombardato più volte, fu completamente distrutto. La popolazione resistette sia ai bombardamenti che all’occupazione tedesca: si formò un reparto di partigiani e, in quanto caposaldo della linea Gustav, l’intero territorio comunale si trovò per molti mesi in prima linea.
DA VEDERE — la chiesa della Madonna dei Sette Dolori, risalente al 1300 dichiarata monumento nazionale, i resti delle
Terme, denominate “la dogana vecchia”, le rovine dei Fasti Consolari e la necropoli romana.
SAN GIORGIO A LIRI — baluardo difensivo delle forze tedesche nell’inverno 1943-44, fu distrutto prima di essere liberato dalle truppe di colore. I sopravvissuti seppero reagire con dignità e coraggio agli orrori della guerra.
DA VEDERE — la chiesa di S. Giorgio martire, il centro storico, il castello del Principe Morra ed il Lago di S. Giorgio, un piccolo specchio d’acqua nel quale campeggia una bianca statua della Madonna. Il paesaggio offre notevoli attrattive nel verde e nella tranquillità dei boschi.
SANT’APOLLINARE — Situato nella bassa valle del fiume Liri fu distrutto al 95%. Fu bombardato nel settembre del 1943. Questo primo attacco segnò l’inizio di una serie di cannoneggiamenti che provocarono stragi di sfollati.
DA VEDERE — la chiesa di S. Maria degli Angeli, la Torre del XI sec. ed il centro storico.
SANT’AMBROGIO SUL GARIGLIANO — paese di origini benedettine, il 2 dicembre 1943 fu sconvolto da un’incursione aerea durante la quale una bomba centrò in pieno un ricovero, causando 42 morti.
DA VEDERE — l’altare monumentale del 1600 in stile barocco, il crocifisso ligneo del 1300 nella chiesa di S. Biagio, il centro storico, la Torre civica ed il Ponte sul Garigliano.
SANT’ANDREA DEL GARIGLIANO — fu interamente raso al suolo. A ricordo di quell’avvenimento, nel centro storico sorge un Monumento ai caduti di tutte le guerre.
DA VEDERE — la “pietra scritta”, in località Guardia, una grossa pietra di epoca probabilmente pre-romana con una iscrizione dedicata alla moglie di un guerriero caduto in battaglia; e le enormi lastre di pietra posizionate nei pressi degli impianti sportivi comunali in un modo certamente non naturale, da lasciare il visitatore sgomento e avvolto nel mistero. Laborioso centro agricolo, ricco di sorgenti d’acqua sulfurea.
VALLEMAIO — a pochi chilometri dal fronte, fu sconvolto il 9 maggio del 1944 dal rastrellamento dei soldati tedeschi che fucilarono 36 persone, tra le quali donne e bambini. Venne distrutto completamente.
DA VEDERE — la piazza d’arme del castello di Vallefredda e la porta d’accesso, la chiesa dell’Annunziata, pregevole esempio architettonico del tardo 200. Per gli amanti delle passeggiate nel verde, la “Valleaurea”. Risalendo a piedi la cima del Monte Maio si possono intravedere il mare Tirreno e le foci del Garigliano.
CASTELNUOVO PARANO — fu oggetto di violenti rastrellamenti da parte delle truppe tedesche e di selvaggi bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la distruzione del centro abitato. Il paese subì una serie di furti e saccheggi con atti di violenza da parte delle truppe marocchine.
DA VEDERE — la chiesa di Sant’Antonio, con affreschi di origine diversa.
CORENO AUSONIO — in ricordo dei rastrellamenti, uccisioni e violenze subite, ha eretto, in località Marinaranne una stele “per la Pace” in occasione del 50° anniversario della guerra.
DA VEDERE — la Cappella di S. Giuseppe che conserva il “pungolane”, grossa pietra da taglio che si legava al collo per espiare le colpe, la Villa Comunale (in pietra di Coreno), la strada panoramica “Serra”, il percorso montano ”Vallauri” e le Cave di marmo. Il paese è conosciuto a livello nazionale e internazionale per la lavorazione del marmo di Coreno.
AUSONIA — si trovava sulla linea del fronte. Buona parte della popolazione fu rastrellata e condotta nei campi di concentramento e nel maggio del 1944 fu liberata dalle truppe di colore francesi.
DA VEDERE — la chiesa di San Arcangelo Gabriele (XIII sec.) racchiusa da mura medioevali, la Madonna del Piano con i suoi affreschi, il Castello Medioevale, S. Maria a Castello (oggi Auditorium) con l’elegante campanile, il Castello Museo della Pietra e la Pineta di Selvacava.
ESPERIA — aveva una grande importanza strategica, tanto che fu bombardato più volte. Dopo la liberazione, la popolazione subì le violenze da parte dei soldati marocchini.
DA VEDERE — il Santuario Cenobio Maria S.S. delle Grazie PP. Trinitari, la cattedrale di S. Maria Maggiore e S. Filippo Neri, la Cappella lauretana, i resti della chiesa Reali, i ruderi del Castello medioevale e del Monastero di S. Pietro della Foresta, il Parco degli Aurunci ed i resti di una strada romana.