HISTORIALE DI CASSINO

LA TERRA DI S. TOMMASO

VILLA SANTA LUCIA — antico e tra i più importanti granai dell’Abbazia di Montecassino, fu teatro di episodi di violenza contro la popolazione da parte delle truppe tedesche.
DA VEDERE — il Convento della Madonna delle Grazie, la frazione Piumarola, con i resti di un castello, del Santuario fondato da Santa Scolastica, sorella di S. Benedetto, e di epigrafi romane.

PIEDIMONTE SAN GERMANO — in quanto caposaldo della linea Hitler, si trasformò in un teatro di importanti operazioni belliche. I bombardamenti lo rasero al suolo e fu liberato dai polacchi al quale è stato dedicato un monumento.
DA VEDERE — i ruderi del millenario castello ed il rinvenimento di numerosi reperti archeologici. Nel centro storico è stato recentemente restaurato il castello medioevale dei conti di Aquino che ospita manifestazioni culturali ed artistiche.

AQUINO — di origine medioevale e paese natale di San Tommaso, venne coinvolta per ben undici mesi nelle tragiche vicende della seconda guerra mondiale: a partire dal bombardamento dell’aeroporto alla distruzione completa della città.
DA VEDERE — la chiesa di S. Maria della Libera, i resti del castello dei Conti d’Aquino con la maestosa torre e la casa di S. Tommaso, i resti di monumenti romani quali l’Anfiteatro e le Terme pubbliche.

CASTROCIELO — fu completamente stravolta dagli sfollamenti, dall’abbandono e dalla ricerca di rifugi sui monti, nelle grotte visibili ancora oggi.
DA VEDERE — la chiesa di S. Lucia, il Monacato, il Lago di Capodacqua, di incomparabile bellezza naturale, e la Pinacoteca della chiesa di San Rocco con affreschi provenienti dal monacato e della chiesa di Capodacqua. Nei pressi della cittadina sono stati rinvenuti i resti di una villa romana di epoca repubblicana ed i resti dell’antica colonia romana di Aquinum Tra le manifestazioni più note, l’incontro delle Madonne di Castrocielo e di Colle San Magno il Lunedì di Pasqua.

ROCCASECCA — di importanza strategica dovette subire durissimi e continui bombardamenti da parte degli Alleati, culminati con il tremendo attacco alla stazione ferroviaria del 23 ottobre 1943.
DA VEDERE — il parco archeologico del Castello dei Conti d’Aquino con la casa natale e la chiesa di San Tommaso d’Aquino, la chiesa romanico-gotica di San Tommaso del XIV sec., il “cannone”, una torre cilindrica in cui fu rinchiuso San Tommaso, e l’Eremo dello Spirito Santo.

COLLE SAN MAGNO — fu un punto strategico per i tedeschi che si servivano della mulattiera che collega il paese a Terelle per rifornire il fronte.
DA VEDERE — la chiesa di S. Magno, la chiesa di Maria S.S. in Cielo sul monte Asprano, con affreschi del secolo XVIII, il centro storico con i tipici archi, la torre civica, i ruderi del castello di Castrum Coeli (XI sec.), e le vallate con castagneti e faggeti secolari con ruderi di case coloniche in loc. Settare. All’età della pietra risalgono i resti di un sepolcro e di rudimentali strumenti di guerra. E’ considerato un’ottima base per escursioni sul Monte Cairo e nei boschi di tartufi.

COLFELICE — durante il conflitto mondiale fu zona di retrovia della linea Gustav. La presenza di mura pelagiche testimonia le origini antiche risalenti al IX e X secolo, quando vennero costruite le mura e le torri difensive.
DA VEDERE — la Piazza del Duca, il centro storico ed il bosco comunale. Oggi è anche un centro industriale dove si produce la famosa Sambuca Molinari.

PONTECORVO — inserita dai tedeschi nel sistema della “Linea Hitler” mediante la costruzione di una minuziosa rete di fortificazioni, fu bombardata in occasione dell’Ognissanti del ’43 e completamente rasa al suolo.
DA VEDERE — il borgo di S. Stefano con la porta medioevale, la chiesa di S. Giovannello, il Ponte Curvo sul Liri che risale al periodo romano, il Santuario della Madonna delle Grazie costruito nel 1513 su di un’altura che domina il paese. I cittadini di Pontecorvo sono famosi in tutta Italia per la lavorazione di oggetti in terracotta ed in particolare delle “cannate”, anfore con due manici con beccuccio per bere.

PICO — sulle montagne del paese si rifugiò un gran numero di sfollati dal cassinate. Il borgo venne sgomberato e la popolazione deportata in altri luoghi. Il passaggio delle truppe causò seri danni e atti di violenza vennero compiuti contro
gli abitanti. Dopo la guerra, malgrado il tentativo di ripresa, parte della popolazione emigrò e molti si diressero verso la Svizzera.
DA VEDERE — il Santuario di S. Maria di Monte Leucio del XVI sec., in un paesaggio di collinette coltivate ad ulivo e vite, la chiesa di S. Antonio e il centro storico con i Ruderi del Castello medioevale.

SAN GIOVANNI INCARICO — costituiva un nodo nevralgico per le comunicazioni con il fronte. Fu coinvolto nelle operazioni di sfondamento e sottoposto a un’intensa serie di bombardamenti, nel tentativo alleato di ostacolare i rifornimenti tedeschi e le possibili vie di comunicazione.
DA VEDERE — i resti delle antiche città di Fregellae e Fabrateria Nova, di grande interesse archeologico, e la chiesa di S. Giovanni con la torre campanaria medioevale. Il paese è un attivo centro agricolo e industriale che deve parte della propria notorietà all’omonimo lago che ospita diverse specie di uccelli acquatici ed è meta degli amanti della pesca.

FALVATERRA — risale al periodo delle invasioni longobarde nella Valle del Liri. Il 28 gennaio del 1944 i contadini tesero un agguato ai tedeschi per recuperare i bovini che erano stati razziati. Più di 200 soldati rastrellarono l’area arrestando 81 persone. Sei prigionieri furono fucilati una settimana dopo.
DA VEDERE — il castello del XIII sec., il convento di S. Sosio, con pitture che ricordano l’epidemia di colera del 1837, il parco della chiesa e la piazza medioevale da cui parte un vicolo adorno di archi e logge.

PASTENA — fu la retrovia del fronte di Cassino e le truppe tedesche scelsero le sue grotte carsiche come quartiere generale. Dopo l’armistizio le grotte offrirono nascondiglio per molti soldati sbandati e per le popolazioni durante i bombardamenti.
DA VEDERE — la cinta muraria di 650 mt. con 15 torri, rotonde e quadrate, il Museo della civiltà contadina e dell’ulivo, le grotte naturali, uno dei complessi speleologici italiani più importanti e suggestivi, con cascate, laghetti e stalagmiti, cunicoli e grandi sale.

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