L’epicentro della narrazione si sposta sulla storia di Cassino e dei paesi del martirologio: protagonista è la guerra. Il 10 settembre 1943, poco prima delle 9 del mattino appaiono su Cassino i bombardieri alleati, le fortezze volanti.
Si comprende subito che quell’attacco aereo non sarebbe stato un episodio isolato. Il territorio si trova improvvisamente schiacciato tra due fuochi: quello tedesco e quello alleato. Gli eserciti sfruttano la conformazione dei luoghi: montagne prive di sentieri e dotate di grotte naturali.
Vengono montati campi di mine antiuomo e reticolati; il corso del fiume Rapido viene deviato e la zona antistante l’Abbazia diventa un punto nodale della linea denominata Gustav. L’operazione costerà 16.000 tra morti e feriti.
Il 25 ottobre del ‘43 le forze alleate superano il Volturno. Ma la lotta per la conquista di Cassino durerà dal 15 gennaio al 18 maggio del 44.
Questo territorio, ancora una volta nella Storia, costituisce l’ultima postazione difensiva naturale nello scontro tra due eserciti. I tedeschi perdono posizioni ma le recuperano rapidamente: la linea Gustav è ideata non solo per resistere ma anche per permettere rapidi contrattacchi. È la più grande battaglia terrestre combattuta in Europa. Gran parte della popolazione, sospesa tra due fuochi, abbandona i paesi. In tanti si dirigono a Nord altri a Sud oltre le linee alleate.
Alcuni si rifugiano sulle montagne. Poche centinaia nel Monastero. Un teatro ottico a dimensione reale racconterà le ultime ore dell’Abbazia di Montecassino luogo considerato da tutti sacro, inviolabile e patrimoni dell’intera umanità.